“Paolo Pascutto alla Cartesius propone una pittura figurativa iperrealista con accenni dada. Una Trieste riconoscibile ma enigmatica, solare ma gelida.”
(dalla recensione di Lorenzo Michelli, Il Piccolo, 22 aprile 2000)
“La riconoscibilità dei luoghi cittadini e il gusto per i particolari sono un vero e proprio cibo per gli occhi; gli stimoli intellettuali vengono offerti dagli inusuali interventi che diventano maggiormente intrisi di lirismo quando il mondo marino coi pesco inonda il cielo della sera, ma anche quando un lampo taglia l’orizzonte a forma di chiave di violino mentre il violino appare come controforma tra le nubi e le case diroccate.”
(dalla recensione di Jasna Merkù, Primorski dnevnik, 20 aprile 2000)