“Provocazione, dunque, in un’ottima tecnica ad acrilico dai molti richiami: evidenti, tra gli altri, quello ad Hopper e all’iperrealismo americano, che Pascutto apprezza nei modi, ma di cui non condivide i principi teorici. Attenzione alle opere concettuali e ad ogni contaminazione, ma anche un forte coinvolgimento sociale che comporta la denuncia. Così le linee pulite e i colori accesi servono per raccontare una natura invasa, i titoli servono per giocare sul gioco, la rappresentazione diventa teatro dell’assurda realtà che corre ad autodivorarsi.”
(dalla recensione di Lilia Ambrosi, Il Piccolo, 12 dicembre 1997)